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FALSO O AUTENTICO? ARGENTERIA ITALIANA

Dopo aver dato un'infarinatura generica sul mondo dei falsi, ora cercherò di illustrare nello specifico le contraffazioni relative all'argenteria inziando da quella italiana.
La migliore garanzia sull'autenticità di un pezzo di argenteria è l'alto costo della manodopera odierna che farebbe lievitare il prezzo a livelli superiori a quelli del mercato antiquario.
Molti oggetti, vere opere d'arte d'altissimo artigianato, sono state realizzate in passato proprio per il basso costo della mano d'opera impegata nella loro realizzazione e impiegando parecchio tempo, cosa che oggi non sarebbe possibile per i costi proibitivi. Per questo sui mercati si trovano pochi veri e propri falsi creati da zero (sempre parlando di oggetti di gran pregio e lavorazione) ma oggetti rimaneggiati, o ai quali sono stati applicati punzoni di epoca precedente, di solito ricavati da cucchiaini. Questo trucco è facilmente individuabile perchè con un po' d'attenzione si nota la saldatura fatta per applicare detti marchi e, cosa più importante, questi sono sempre disposti in linea ( come appunto su un cucchiaio) mentre a seconda dell'epoca e dell'oggetto, specialmente per quanto riguarda gli argenti Francesi e Inglesi, c'erano delle regole da rispettare sulla posizione delle punzonature.
Per valutare un argento antico bisogna tenere conto della provenienza, dell'epoca, del titolo, della fama raggiunta dall'argentiere, dalla rarità del pezzo e dalla lavorazione.
Salvo pezzi eccezionali firmati da grandi artisti che si caratterizzano per la purezza dello stile ma non per la lavorazione, è proprio questa che determina il pregio dell'oggetto ed è in questi casi che la falsificazione a regola d'arte non conviene.
Invece nei pezzi di relativamente semplice esecuzione, dove il valore è dato sopratutto dall'epoca, la falsificazione mediante punzoni contraffatti o l'applicazione di punzoni scampati alla distruzione possono ingannare il compratore.
I pezzi maggiormente falsificati riguardano, piatti, vassoi, scatole, oggetti dove la lavorazione non incide in modo significativo mentre i pezzi molto lavorati sono praticamente infalsificabili.
Alcune forme molto elaborate potrebbero essere eseguite a stampo, ma questa lavorazione sarebbe visibile all'occhio di un esperto a meno di non procedere a una serie di camuffamenti di questi indizi che sarebbe troppo costoso mettere in atto.Bisogna anche aggiungere che gli strumenti azionati elettricamente lasciano dei segni diversi dagli utensili manuali, si pensi al torni a pedale usato per levigare l'interno dei candelieri che lascia una traccia molto discontinua e totalmente diversa da quella, lasciata identica ad ogni giro, da un tornio elettrico.
Un collezionista capace di distinguere tra le due lavorazioni può approssimativamente calcolare il tempo occorso per eseguire quel pezzo e quindi arrivare al costo se questo oggetto fosse stato costruito in tempi recenti.
I pezzi insoliti raramente sono falsi e se lo sono, sono falsi d'autore e potrebbero valere quanto l'originale.

Il vero rischio che si corre comprando un oggetto, anche escludendo la fabbricazione recente, è la non certa collocazione in un determinato periodo perchè alle volte gli stili sono stati prodotti anche dopo l'uscita di uno stile successivo. Ancora oggi si producono oggetti in stile settecentesco ma dai punzoni si nota che sono oggetti nuovi ma in stile e quindi oneste riproduzioni.
In Italia non è mai esistita una punzonatura che garantisce la data esatta ( salvo poche eccezioni territoriali nel XVIII secolo), inoltre essendo il terriorio italiano sotto diversi domini e influenze, bisogna conoscere a seconda dei periodi gli stili in voga nei vari territori e regni.
C'è anche da tener presente che un tempo le novità viaggiavano più lentamente anche per le difficoltà di comunicazioni e un nuovo stile poteva prendere piede in un luogo diverso da quello di nascita anche dopo 20-30 anni, senza contare i semplici prolungamenti stilistici delle varie epoche.
Per una valutazione stilistica e tecnica bisogna affidarsi ad un esperto, c'è però da dire che il collezionista acquisisce col tempo una pratica che lo salvaguarda dai falsi più grossolani.
Le vie dei falsari sono infinite e più dei falsi completi bisogna tenere d'occhio quelle manipolazioni intervenute durante una riparazione, agiungendo o togliendo parti dell'oggetto. Questa pratica era resa possibile dal recupero di parti di oggetti destinati alla fusione ( prevalentemente di carattere liturgico) e il loro relativo riassemblaggio in nuovi pezzi.
In Italia i primi punzoni sull'argento vennero introdotti nel XIII secolo e Napoli, Genova, Sulmona e L'Aquila furono le prime città ad adottarli. L'uso generale dei punzoni si avrà solo nel settecento e i marchi più noti sono quelli di Venezia, Milano, Genova, Napoli, Torino, Roma ma ogni città aveva i propri che uniti a quelli degli argentieri e a volte dei saggiatori potrebbero costituire un elenco infinito ma purtroppo non abbiamo una documentazione completa di questi marchi, sopratutto per quanto riguarda il '700 ma anche la prima metà dell'800, anzi per essere precisi, per sapere esattamente dove è stato fabbricato un argento italiano e vedere anche da chi, bisogna aspettare il periodo del Fascio ( ma anche qui e ancora oggi, non è possibile vedere l'anno esatto di produzione).
Bisogna anche ricordare che in Italia le punzonature sono sempre state relativamente obbligatorie e alcuni pezzi non ne riportano perchè sono sfuggiti ai controlli fiscali ( la punzonatura presupponeva un dazio da pagare sull'oggetto). Altre volte i marchi non sono nei posti giusti o sono molto usurati ma l'esperto riuscirà in qualche modo a catalogare il pezzo come falso o autentico in base ad altri parametri.
Molti bolli venivano contraffatti con delle piccole modifiche o aggiunte di altri bolli di altre città e oggi chi non se ne intende potrebbe impazzire cercando di ricostruire l'epoca e la provenienza.
Oggi i pezzi più ambiti sono quelli di Genova e Venezia pertanto sono i più imitati, mentre quelli di Napoli sono i più pericolosi perchè sembra ci siano in circolazione punzoni autentici di argentieri che avevano cessato l'attività ma i loro punzoni non sono mai stati resi, come prescrive la legge ( a volte venivano resi punzoni falsi e trattenuti quelli veri). Con questi punzoni tanti oggetti nuovi sono diventati magicamente antichi.
A questo punto appare chiaro che per valutare l'autenticità di un pezzo, i fattori da mettere in conto sono parecchi: lo stile, l'esecuzione, la corrispondenza dell'argentiere al luogo, il peso dell'oggetto. La bibbia tascabile francese dei conoscitori d'argenteria "Tardy -Poincons d'argent" riporta addirittura una tavola con la produzione mondiale dell'argento dal 1493 al 1959, questo per valutare a seconda delle epoche se un oggetto poteva essere di buon peso per il basso costo del materiale, o invece una carta velina per i costi proibitivi. Subito dopo la scoperta delle miniere in America del sud i prezzi crollarono e i pezzi prodotti potevano essere molto pesanti, invece quando l'estrazione subì una flessione i pezzi prodotti furono molto leggeri e oggi sono rarissimi perchè quando si rompevano si preferiva fonderli piuttosto che ripararli.
Non tratterò in questo capitolo gli articoli in silver plate italiano bollati con marchi pseudo inglesi, ma che non infrangono la legge perchè i bolli sono solo simili agli originali.

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