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RAVENNA - La capitale del mosaico

Narra la leggenda che i Bizantini fossero un popolo magnifico e misterioso.
Ravenna, la loro antica città, capitale dell'Impero Romano d'Occidente, è proprio così: misteriosa e splendida ed é una delle città cult europee: si viene qui almeno una volta nella vita e da ogni parte del mondo. E non basta un giorno per decifrare - tassello dopo tassello - il mondo pieno di simboli dei Bizantini, attraverso i loro bellissimi mosaici unici al mondo.

Visitare una città come Ravenna in una sola giornata non è una cosa facile.
Troppa la storia che la città conserva, troppi i monumenti dislocati sul suo territorio per essere apprezzati in un giorno solo. Eppure in questo tempo siamo riusciti a visitarne la maggior parte. Non mi dilungherò troppo nelle descrizioni anche perchè in rete trovate tantissime informazioni, io stessa per la stesura di questo resoconto mi sono appoggiata alle notizie trovate nei vari siti del turismo di Ravenna, delle città d'arte dell'Emilia Romagna e in Wikipedia. Mi limiterò ad una breve presentazione dei luoghi visitati.

Nella sua storia la città è stata capitale per ben tre volte: capitale dell'Impero Romano d'Occidente (dal 402 al 476), capitale del Regno degli Ostrogoti (dal 493 al 553) e Capitale dell' Esacrato Bizantino ( dal 558 al 751)
Nel 754 la città, per volontà del Re dei Franchi, passò sotto il controllo del Papa, controllo mai esercitato completamente in quanto il potere locale rimase nelle mani degli arcivescovi locali che, grazie ad antichi privilegi mutuati dall'antica Bisanzio e ottenuti nel periodo di formazione e sistematizzazione del Cattolicesimo, consentivano loro una quasi totale indipendenza dal potere del Soglio Romano. Una condizione particolare quella di Ravenna quindi che ha lasciato la città per lungo tempo separata dal potere papale romano e che spesso, come molte città dell'Emilia Romagna, si è evoluto in aperto scontro contro di esso. Una condizione particolare che ha lasciato traccia nella storia della città, nei suoi monumenti fino ad arrivare ai bellissimi mosaici che colorano le chiese.

BASILICA DI S. VITALE Ravenna S. Vitale
La Basilica di San Vitale è uno dei monumenti più importanti dell'arte paleocristiana in Italia. Costruita a partire dal 535 D.C. Su ordine del Cardinale Ecclesio, fu completata nel 547 grazie alle donazioni del ricco banchiere ravennate Giuliano Argentario. Da un punto di vista architettonico la Basilica è a pianta ottagonale e unisce elementi sia della tradizione occidentale che orientale.
Una volta dentro la Basilica , se alzate gli occhi al cielo, noterete i bellissimi mosaici che raccontano delle origini della Cristianità. Una specie di libro illustrato per una popolazione, quella del V secolo, che al tempo aveva proprio nelle immagini il proprio principale mezzo di conoscenza. Tra i tanti si possono notare i pannelli riguardanti l'Imperatore Giustiniano e sua moglie Teodora, entrambe seguiti dai rispettivi cortei raffigurati con tutto lo sfarzo che richiedeva il loro status politico e religioso. Una specie di istantanea sul mondo ravennate e bizantino di più di più di mille anni fa!

MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA Mausoleo Galla Placidia
Appena fuori della Basilica di San Vitale, all'interno dello stesso complesso religioso, è possibile visitare anche il Mausoleo di Galla Placidia. Sorella dell'Imperatore Onorio, visse intorno al IV- V secolo D.C. e fu l'artefice del trasferimento della capitale dell'Impero Romano d'Occidente da Milano a Ravenna. Fece costruire il Mausoleo intorno alla metà del V secolo D.C., ma non fu mai alloggiata al suo interno in quanto fu sepolta a Roma ( Si dice che la sua salma sia stata seppellita in una delle cappelle che si trovano sotto la Basilica di San Pietro). E' uno dei monumenti più belli e affascinanti di Ravenna per i bellissimi mosaici che ospita al suo interno.
entrare nel Mausoleo di Galla Placidia è un'esperienza particolare... un po' come passeggiare in una notte stellata... di 15 secoli fa!

BATTISTERO DEI NEONIANI Battistero dei Neoniani
Il Battistero Neoniano posto a nord dell'attuale cattedrale di Ravenna è uno dei più antichi monumenti ravennati. Fu probabilmente edificato attorno agli inizi del V secolo, in concomitanza al vicino Duomo, dietro iniziativa del Vescovo Urso. Al tempo del vescovo Neone (450 - 475) fu oggetto di importanti lavori di restauro che portarono al rifacimento della cupola ma soprattutto alla realizzazione della decorazione interna che oggi possiamo ammirare.
Il battistero, di forma ottagonale e in muratura, presenta lati alternativamente rettilinei e absidati, traforati in alto da una finestra con arco a tutto sesto e porte interrate.
L'interno, articolato in due ordini di arcate sovrapposte, presenta una ricca decorazione tripartita: marmi nella parte inferiore, stucchi nell'area mediana e mosaici in quella superiore di evidente influenza ellenistico-romana. Al centro della cupola un grande medaglione racchiude la scena del battesimo di Cristo, raffigurato immerso sino alla vita nelle acque trasparenti del fiume Giordano che a oggi costituisce la più antica testimonianza di una scena del battesimo di Cristo eseguita a mosaico in un edificio monumentale. Attorno al medaglione, in una prima fascia su fondo blu, emergono le figure dei 12 apostoli, suddivisi in due schieramenti, capeggiati da San Pietro e San Paolo; nella seconda, invece, si alternano otto settori architettonici caratterizzati da un'ampia esedra con troni e altari a suggerire il concetto di città celeste e diffusione della dottrina cristiana.
Al centro dell'edificio, una vasca ottagonale di marmo greco e porfido, rifatta nel 1500, conserva ancora qualche frammento originale del V secolo.

MAUSOLEO DI TEODORICOmausoleo Teodorico
Costruito nel 520 D.C. su volere dello stesso Imperatore è realizzato interamente in blocchi di Pietra d'Istria, cosa che lo rende diverso da tutti gli altri monumenti della ravennati. Oltre alla sua massiccia imponenza, che lo fa somigliare ai possenti mausolei di epoca romana, il tratto distintivo dell'edificio è il tetto, formato da un unico monolite a forma di cupola di 230 tonnellate (in alcune pubblicazioni indicano 300) e 11 metri di diametro. E' quasi completamente spoglio di decorazioni, ad eccezione di una piccola fascia esterna. Con l'arrivo dell'Imperatore Giustiniano fu destinato ad oratorio e, successivamente, a luogo di culto ortodosso. A parte un breve periodo, il Mausoleo di Teoderico non fu mai destinato alla funzione per la quale fu costruito.

TOMBA DI DANTE ALIGHIERITomba di Dante

Il grande letterato fiorentino morì a Ravenna 1321.
Questo piccolo tempietto che conserva le ossa di uno dei padri della lingua italiana fu costruito nel 1780 dall'architetto Camillo Morigia. L'esterno dell'edificio, secondo la moda del tempo, è in stile neoclassico, mentre all'interno arde perennemente una lampada votiva del 1700, alimentata con olio degli Appennini toscani, donato ogni anno dalla città di Firenze la seconda domenica di settembre, in occasione delle celebrazioni della morte del Poeta.



S. APOLLINARE NUOVO
S.Apollinare Nuovo La Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, fatta costruire da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Chiesa palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant'Apollinare furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell'occasione ricevette la sua intitolazione a Sant'Apollinare, detta "Nuovo" per distinguerla da un'altra chiesa dallo stesso nome presente in città.
La Basilica presenta una facciata timpanata, inquadrata da lesene e traforata da una bifora sormontata da due piccole finestre. In origine, forse, era racchiusa da un quadriportico, ma attualmente è preceduta da un semplice e armonioso portico di marmo databile al XVI secolo. Sul lato destro il bel campanile cilindrico, caratteristico delle costruzioni ravennati, risale al IX o X secolo.
Al suo interno sopravvive la meravigliosa decorazione musiva dell'antica costruzione. Le 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di Teoderico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.

MUSEO NAZIONALE- complesso benedettino di San Vitale.
L’origine delle raccolte del Museo Nazionale risale all’erudita attività dei monaci camaldolesi di Classe i quali, soprattutto durante il secolo XVIII, collezionarono numerosi oggetti d’interesse artistico, antiquario e naturalistico presso il loro monastero cittadino. Con la soppressione degli ordini religiosi (1797), le proprietà delle grandi abbazie ravennati passarono al Comune, e nel 1804 venne istituito il Museo Classense Municipale.Scultura Museo Nazionale
Nel 1885 l’istituzione divenne Nazionale e dal 1913-14 le raccolte hanno sede negli ambienti e nei chiostri dell’ex monastero benedettino di San Vitale. Attualmente il Museo Nazionale di Ravenna, che si è continuamente arricchito tramite doni e acquisti, ma soprattutto con i materiali provenienti dal sottosuolo ravennate, si configura come un vasto insieme di raccolte eterogenee, sostanzialmente riconducibili a tre gruppi fondamentali: il lapidario, i reperti di scavo provenienti dal territorio e le collezioni di arte cosiddetta minore, dove predomina nettamente il lascito classense.
Il primo ambiente al quale si accede nel corso della visita al Museo è l’ampio refettorio del monastero, che attualmente ospita il ciclo degli affreschi staccati dall’antica chiesa di Santa Chiara in Ravenna opera di Pietro da Rimini, uno dei più importanti pittori nell’ambito della scuola riminese del Trecento.
Il lapidario è per la maggior parte distribuito lungo i percorsi di due chiostri.
All’interno del primo e più antico chiostro (fine XV - inizi XVI secolo) sono disposti i reperti lapidei di epoca romana consistenti soprattutto in una ricca raccolta di epigrafi e stele funerarie. Fa eccezione, nell’angolo sud-ovest, il famoso Bassorilievo di Augusto, cosiddetto per il suo contenuto celebrativo della famiglia imperiale.
Tramite lo scalone monumentale opera del monaco Benedetto Fiandrini (1791-92) si accede ai piani superiori: qui si alternano nell’esposizione i materiali archeologici provenienti dal territorio circostante e le raccolte di arti cosiddette minori, che rappresentano una vasta parte delle collezioni museali e si presentano distinte a seconda del tipo di materiale, come nell’antico ordinamento delle collezioni classensi.
Nella collezione degli avori, una delle più famose del museo fin dal Settecento, sono presenti prestigiosi esemplari tardoantichi come il Dittico di Murano (VI secolo), che in origine fungeva da copertina preziosa di libro sacro, e la tavoletta con Apollo e Dafne (V secolo), particolarmente interessante per la rarità di soggetti profani.
Si accede quindi all’ala settecentesca del convento opera di Giuseppe Antonio Soratini.
Nel grande dormitorio nuovo e nelle salette adiacenti, è esposta la raccolta di armi e armature.


MUSEO ARCIVESCOVILEMuseo Arcivescovile
Nei primi decenni del XVIII secolo, il vescovado decise di demolire e poi ricostruire ex novo la cattedrale medioevale di Ravenna. L'edificio ospitava molti oggetti d'arte appartenenti alla precedente cattedrale paleocristiana, sorta quando la capitale dell'Impero romano era stata trasferita da Milano. I mosaici, le epigrafi, i capitelli e le lapidi furono asportati. L'arcivescovo Maffeo Nicolò Farsetti (1727-1741) decise di non ricollocarli nella nuova chiesa, ma di raccoglierli in un luogo apposito. Il percorso espositivo, costituito da quattro sale, è molto suggestivo, poiché si alternano in esso ambienti storici, reperti archeologici e opere d'arte.
Completa la visita la torre romana detta Salustra, dove è esposta: la Cattedra vescovile di Massimiano (VI secolo) in avorio.

Nel museo troviamo anche la Cappella Arcivescovile di Sant'Andrea, costruita come oratorio privato da Pietro II, vescovo di Ravenna (494 - 519), e decorata con splendidi mosaici dell'inizio del V secolo, fra cui spiccano:

Museo Arcivescovile -nella lunetta Gesù Cristo vincitore che calpesta un leone ed un serpente;
-nella volta Quattro angeli che sorreggono il monogramma di Cristo;
-nei sottoarchi si alternano Medaglioni con busti dei santi.
È l'unica cappella vescovile dell'antichità cristiana giunta fino a noi.
Purtroppo di questo Museo non ho foto perchè era proibito farne, devono vendere i CD e gli opuscoli (si trova poco anche in rete).
Se avessi voluto le avrei fatte anche qui (ne ho fatte in altri posti dove non si poteva) e, invece di entrare con l'ammiraglia al collo in bella vista ed essere subito tallonata da una gendarme in gonnella per tutto il percorso, avrei messo via la macchina e fatte col telefonino e questa nemmeno mi avrebbe visto.
Solo per la soddisfazione di farle dispetto.
In ogni caso, tanto per darvi un'idea, ho recuperato in rete tre immagini della Cappella di S. Andrea e della cattreda arcivescovile in avorio di Massimiano.

Passando il mouse sulle immagini sottostanti le aprirete ingrandite.

cattedra di Massimiano volta cappella di S. Andrea
volta cappella di S. Andrea Cappella di S. Andrea Cappella di S. Andrea

Cripta Rasponi
CRIPTA RASPONI E GIARDINI PENSILI
A pochi passi dalla Tomba di Dante, Ravenna restituisce alla fruizione pubblica uno degli angoli più belli e suggestivi della città: la Cripta Rasponi e i Giardini Pensili del Palazzo della Provincia.
L’accesso alla cripta e al giardino con bella fontana avviene dal monumentale portico sul lato sud di Piazza San Francesco.
La cripta, in realtà una piccola cappella gentilizia mai destinata ai defunti della famiglia Rasponi ed è il nucleo più antico conservatosi del complesso architettonico di Palazzo Rasponi, risalente con tutta probabilità alla fine del XVIII secolo.





LA BASILICA DI SAN FRANCESCOBasilica S. Francesco
Dedicata in origine ai SS. Apostoli e poi a San Pietro, risale alla metà del V secolo d.C. Ben poco rimane, però, della prima chiesa paleocristiana, soprattutto a causa dei continui rifacimenti che hanno interessato l'edificio nel corso dei secoli (il robusto campanile quadrato risale al X-XI secolo), sino a quelli radicali di fine Settecento.
L'attuale denominazione si deve ai frati minori francescani che, tra il 1261 e il 1810, e poi di nuovo tra il 1949 sino a oggi, la scelsero come loro sede.
Durante il periodo medievale divenne la chiesa prediletta dei Polentani, signori della città e ospiti di Dante, e probabilmente la più frequentata dal poeta stesso, i cui funerali si celebrarono qui nel 1321.
Come spesso accadeva alle chiese ravennati, anche San Francesco fu più volte sopraelevata. Il piano originario della basilica si trova, infatti, a 3,6 metri al di sotto dell'attuale livello stradale.
La chiesa a tre navate presenta linee assai semplici, con la facciata in umile laterizio a vista movimentata al centro da una piccola bifora. Attraverso una finestra posta sotto l'altare maggiore, costituito da un sarcofago del V secolo, si scorge la cripta del X secolo, un ambiente a forma di oratorio sorretto da pilastrini destinato ad ospitare le reliquie del vescovo Neone, fondatore della chiesa. Il pavimento della cripta è costantemente sommerso dall'acqua, che tuttavia permette di ammirare i frammenti musivi del pavimento della chiesa originaria.

LA BASILICA DI S. APOLLINARE IN CLASSE
La Basilica è situata a circa 5 Km dal centro di Ravenna e nel 2015 è stato il monumento più visitato in Emilia Romagna.
Fu costruita dal banchiere Giuliano Argentario nella prima metà del sec.VI e fu consacrata il 9 maggio 549 dal primo arcivescovo Massimiano ed è stata dedicata a S. Apollinare, primo vescovo di Ravenna.
La Basilica è a 3 navate con copertura in capriate scoperte, la facciata in parte rifatta come gran parte della chiesa, è preceduta da un nartece sotto cui ci sono marmi e iscrizioni.
A sinistra della chiesa c'è il campanile del IX secolo, cilindrico con finestre monofore dal basso e salendo diventano bifore e poi trifore.
All'interno le navate sono separate da 12 colonne con fusti di marmo striato collegate ada arcate.
Al centro della Basilica, nel luogo del martirio del Santo, c'è un altare antico.
Lungo i muri sono disposti diversi sarcofaghi di periodi dal V al VII secolo e le pareti sono spoglie eccetto la zona absidale che è ricoperta di mosaici di epoche diverse.
Nella parte superiore un grande disco che racchiude un cielo stellato nel quale campeggia una croce gemmata,ai lati del disco le figure di Elia e Mosè. I 3 agnelli che si trovano un po' spostati verso il basso rappresentano gli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni.
Nella zona inferiore una grande prato fiorito e la figura di S. Apollinare e negli spazi fra le finestre si trovano 4 vescovi fondatori delle principali basiliche ravennati: Ursicino, Orso, Severo e Ecclesio.
Ai lati si trovano 2 pannelli di mosaici, quello dell'imperatore bizantino Costantino risulta molto rimaneggiato; nell'altro pannello sono rappresentati Abramo, Abele e Melchisedec mentre offrono un sacrificio.
I medaglioni lungo le pareti che rappresentano i vescovi ravennati sono in gran parte stati dipinti durante il XVIII secolo.


Pranzare a Ravenna è facile, grazie ai tanti locali situati nel centro storico e nelle vicinanze dei monumenti più importanti della città. Noi abbiamo fatto una sosta veloce a base di piadina Romagnola: ne potrete trovare di tutti i gusti, e in tutti i modi, con o senza strutto o con più o meno ingredienti. Basta girare un po' nei dintorni di Piazza del Popolo, o chiedere a qualche passante, per trovare un posto dove degustarla.

Se volete saperne di più, nel sito trovate la pagina dedicata alla lavorazione dei mosaici.

Cliccando sulle immagini aprirete gli album delle foto. Mi preme informare che, da un po' di tempo, per confezionare questi album, uso immagini molto grandi proprio per dar modo di gustarle a tutto schermo in buona definizione.
Visualizzandole a misura di francobollo sui telefonini si perdono tutti i particolari ed è proprio un peccato mortale, io vi ho avvisato... fate vobis.


Mosaici di Ravenna
Mosaici

Ravenna
Ravenna 1a parte

 Ravenna
Ravenna 2a parte
 Ravenna
S. Apollinare in Classe




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