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VETRO DORATO, GRAFFITTO, DIPINTO E VETRATE

medaglione con ritratti in foglia d'oro di artista bizantino V sec. Il termine "vetro dorato" o "fondo oro" veniva usato nel IV sec. d.C. per indicare le decorazioni che impreziosivano i fondi di coppe e bicchieri.
La lavorazione consisteva nell'inserire tra due strati di vetro trasparente una foglia d'oro che rappresentava ritratti, scene bibliche,leggende e altri soggetti.
La tecnica per la realizzazione di questi manufatti non è ancora ben chiara, la spiegazione più probabile è che la foglia d'oro fosse applicata sulla superficie esterna del fondo dell'oggetto e poi incisa con punte metalliche.
L'effetto del disegno graffitto sull'oro poteva essere ulteriormente migliorato mediante l'evidenziazione dei particolari tramite il colore.





medaglione romano in vetro dorato e graffito 40 d.C. Alla fine di questa decorazione l'oggetto veniva ricoperto da un sottile strato di vetro che proteggeva l'oro dalle alte temperature; il tutto era inserito e pressato in un secondo vetro soffiato così da farlo aderire alla decorazione e infine fuso nella fornace.
Moltissimi dei "fondi" tardo romani giunti fino a noi sono stati staccati da recipienti e collocati nella calce di chiusura dei loculi delle catacombe romane. Questa pratica ha permesso la conservazione di numerosissimi esemplari che, a causa della loro fragilità, sarebbero andatati distrutti.
Questa tecnica delicata e complessa cadde in disuso per molti secoli e venne reintrodotta alla fine del Seicento da Johann Kunkel e chiamata Zwishchengoldglas (doppio vetro dorato) e gli artigiani boemi che la utilizzarono per tutto il Settecento la applicarono non solo sul fondo degli oggetti ma anche sulla fascia esterna.
Usata fin nell'antico Egitto dei faraoni, oggi viene utilizzata per la realizzazione di lastre decorative.
Nel Settecento i bicchieri Boemi decorati a doppio vetro dorato, potevano contenere in un doppio fondo piccoli oggetti, come dadi d'avorio o altre piccole cose.

bicchiere boemo

A sinistra vediamo un bicchiere boemo apodo del 1720-1730 conservato nella collezione Wolf di Vienna.
La tecnica boema prevede l'applicazione della foglia d'oro con una sostanza grassa e collosa sull'esterno dei bicchieri o sul fondo.
Dopo essere stato decorato, l'oro viene ricoperto da un secondo soffiato identico che viene saldato in modo da creare un corpo unico.
Gli artigiani Boemi utilizzavano vetro al piombo-potassio perchè questo tipo di vetro ha una temperatura di fusione molto più bassa del vetro al sodio usato nella vetreria tradizionale e permette una maggiore libertà nelle decorazioni a foglia d'oro.














vetro dorato graffito dipinto

A destra un lavoro di Marco Toso Borella del 2003 intitolato "Re nero". Questo fa parte di una collezione privata ed è un vetro dorato, graffito e dipinto in cui l'artista opera utilizzando una rielaborazione moderna delle antiche tecniche di decorazione a oro.
La prima operazione consiste nello stendere uno strato di smaltino, essenza grassa e trementina.
L'unione di queste sostanze forma una colla molto vischiosa che viene lasciata riposare fino a che, toccandola lievemente con le dita, produce un suono caratteristico detto "vetro che canta".
Sullo strato colloso si stende la foglia d'oro che viene poi graffita con un ago e decorata a smalto.
La lastra viene posta in una muffola e cotta a 530 gradi.
A questa temperatura gli oli contenuti nella sostanza collosa di base evaporano e l'oro si fissa stabilmente al supporto di vetro.


Vetrate

rosone vetrata santa Maria Novella- Firenze 1365




La tecnica per la realizzazione di una vetrata comincia con la preparazione di un bozzetto, in cui si stabiliscono le immagini e la disposizione dei colori. Successivamente viene preparato un cartone realizzato nelle misure definitive del lavoro e su cui si definiscono le linee delle impiombature.
Il disegno viene poi riportato su un foglio di carta che serve da modello durante la lavorazione.
A questo punto il cartone viene tagliato per separare le varie parti che vengono utilizzate singolarmente come guide per il taglio del vetro.
Le lastre possono essere preparate in due modi: nel primo, il bolo detto anche gocciolone, viene soffiato a forma di bottiglia e tagliato in modo da ottenere un cilindro che a sua volta viene aperto nel senso della lunghezza e spianato.
Il secondo sistema prevede, dopo la soffiatura, una veloce rotazione eseguita da due vetrai che utilizzano due canne contemporaneamente. Il risultato è un disco grande e sottile.
Il vetro colorato viene poi tagliato con ferri roventi ( nel medioevo) o con punta di diamante e martellina.
vetrata 1853 Si procede infine all'impiombatura che consiste nell'inserire ogni pezzo in un trafilato di piombo scanalato.
Il piombo è molto malleabile e si adatta facilmente ai contorni dei singoli pezzi.
La vetrata finita può essere collocata sulle finestre.Vetrate molto grandi vengono ulteriormente rinforzate con telai di ferro.
In Italia sono spesso i pittori che forniscono i cartoni per le vetrate a differenza di quando avviene in Francia e Inghilterra e nella vetrata soprastante la composizione rispecchia l'impostazione tradizionale della pittura su tavola o ad affresco.
Le vetrate sono praticamente un mosaico di lastre di vetro di vari colori e si diffondono dall'epoca romanica diventanto il principale elemento decorativo delle cattedrali gotiche.In Europa le più antiche vetrate conservate sono quelle della cattedrale di Augusta, risalenti al 1065 ma le più antiche testimonianze sono i frammenti di pannelli rinvenuti in occasione di scavi dei palazzi degli Omayyadi le risalgono al VII secolo.
La lavorazione di vetrate ha un grande sviluppo fino alla fine del Cinquecento e verrà riscoperta alla fine dell'Ottocento in seguito all'avvento dell'Art Noveau.
Negli Stati Uniti Tiffany apllicherà la vetrata anche ad oggetti d'arredamento, sopratutto lampade e lampadari.




cartone per vetrata di Toulouse Lautrec vetrata Tiffany

Nelle immagini sopra vediamo a sinistra un cartone per vetrata di Henry de Toulouse Lautrec del 1892 circa, Au nouveau Cirque, la clownesse aux cinq plastrons.L'artista l'ha eseguito ispirandosi a uno studio eseguito dal vero in un locale parigino.
In questo cartone sono stati definiti tutti gli elementi che compongono la vetrata: i colori e la forma dei singoli elementi ed è stato eseguito per la vetrata realizzata poi da Louis Confort Tiffany nel 1895 che vediamo nell'immagine di destra.
Tiffany è l'esponente più importante dello stile Art Nouveau del vetro negli Stati Uniti, ha avuto uno straordinario successo nelle esposizioni universali, dove fece conoscere nuove tipologie di vetro, opalescenti e iridate e dalle tonalità cangianti, sconosciute in Europa.

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