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ACQUARELLO E PUNTE METALLICHE

Acquarello di Turner Nell'acquerello i pigmenti colorati, triturati finemente, vengono diluiti con acqua per essere stesi su un supporto che può essere di pergamena o carta. L'acqua però non scioglie completamente le polveri e non riesce a fissarle definitivamente al foglio dove i colori sono stati stesi. Per evitare la polverizzazione e la conseguente caduta dei colori bisogna aggiungere sostanze come la gomma arabica e il miele che servono appunto da fissativi.
Anticamente si usavano come acquerelli vari tipi di inchiostri, come il bruno di seppia, oppure polveri derivate da ossidi metallici, terre colorate e pietre.
In Cina e in Giappone, fin dall'antichità , era noto l'uso dei colori stemperati in acqua. In Europa l'acquerello viene utilizzato per aggiungere il colore a disegni fatti con altre tecniche.
L'acquerello trova impiego nelle bozze preparatorie di opere maggiori, in disegni d'architettura, ma anche nelle illustrazioni di libri di argomento botanico e zoologico; le tavole a colori di questi volumi raggiungono spesso alti livelli di qualità artistica.
I primi acquerelli in senso moderno furono quelli di Albrecht Dùrer e nel seicento i pittori fiamminghi ne sfruttarono la caratteristica trasparenza per rendere i particolari e le atmosfere degli ambienti.
La massima diffusione dell'acquarello si ebbe a partire dal Settecento, quando artisti come Constable e Turner lo usarono come tecnica privilegiata per registrare gli infiniti cambiamenti della luce nella natura e sulle cose.

Nell'immagine vediamo una acquerello di Joseph Mallord William Turner:
Venezia, San Giorgio Maggiore visto dalla Dogana 1840- Londra, Tate Gallery
Per questa illustrazione è stata usata una carta a grana grossa, inumidita leggermente con una spugna.I colori, posti separatamente e "accompagnati" sul fondo umido col pennello, si fondono tra loro divenendo indistinti.
Con questo sistema Turner non si limita a rappresentare una veduta, ma riesce a comunicare le sensazioni provate nella particolare atmosfera di Venezia.
Le linee principali delle architetture sono accennate rapidamente a matita.

Madonna con bambino L'uso della punta metallica, detta anche stilo, è sicuramente antichissimo. Si tratta di un'asticciola che, a seconda del metallo di cui è costituita può lasciare sulla superficie un solco o una traccia colorata.Il metallo che per primo è stato utilizzato per disegnare è il piombo, che lascia un pesante segno scuro su carta e pergamena.
La punta in piombo è inoltre facile da cancellare con la semplice mollica di pane.
L'inconveniente di questo strumento è che, a causa della grande duttilità del metallo, si deforma molto facilmente.
Per rendere le punte più resistenti è stata in seguito introdotta nella composizione una parte di stagno. Questa aggiunta ha però schiarito notevolmente il segno, rendendolo grigio chiaro e leggibile solo su carta preparata; di conseguenza questa punta è impegata raramente per disegni finiti,il suo tratto esile e trasparente viene usato principalmente per i primi schizzi di prova da completare poi con altre tecniche.
Per i disegni definitivi si ritrova in tutto il Quattrocento e nei primi decenni del secolo successivo la punta d'argento: essa lascia sulla carta preparata una traccia di colore grigio chiaro compatta e lucente, di grande ricchezza ed eleganza.
Punte metalliche particolarmente dure sono usate per disegni scientifici. Il tratto della punta d'argento è visibile solo su carta preparata: il fondo è ottenuto con polveri contenenti fosfato o carbonato di calcio, come le ossa calcinate, il guscio d'uovo e le conchiglie marine, tritate e diluite con colle animali e olio di lino o acqua. Il fondo viene steso col pennello in diversi strati.Ricercatissime per le preparazioni le polveri di corno, in particolare quella di corno di cervo.

L'immagine è una Madonna con Bambino realizzata nel 1450 da Rogier Van der Weyden.
Punta d'argento su carta preparata in bianco.
Il panneggio rigido e scultoreo, tipico delle immagini di Van der Weyden, è reso grazie ad un'accuratissimo gioco di chiaro scuri fatto di quasi invisibili tratti di punta d'argento più o meno accostati. La difficoltà di questo procedimento sta nel fatto che i tratti non sono cancellabili.
Rotterdam, Museo Boymans-Van Beuningen.


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