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I VETRI FRANCESI: DAUM.

La storia dell'arte vetraria francese passa anche per la vetreria dei fratelli Daum. Azienda nata quasi per caso visto che il padre Jean (1825-1885) era notaio e Auguste (il maggiore) voleva seguire le orme paterne.

vaso Daum 1892 con gigli di Francia e croci di Lorena Jean Daum non era assolutamente esperto di arte vetraria e non era neppure un artista ma si lanciò nell'avventura quando, trasferitosi a Nancy con la famiglia, dopo l'annessione alla Germania della sua provincia (l'Alsazia), accettò di rilevare una vetreria di Nancy aperta da poco e che navigava in cattive acque.Questo è l'inizio della storia che porterà Jean Daum a diventare il fondatore di una celebre dinastia di vetrai. Gli inizi furono difficili e nell'impresa familiare si impegnò anche il figlio Auguste (1853-1909) all'epoca venticinquenne ed appena uscito dagli studi e avviato a una carriera di magistrato. Egli si lanciò nell'avventura per traformare l'impresa familiare in un lavoro redditizio producendo servizi raffinati da tavola di stile classico.
Antonin Daum (1864-1931) all'uscita dalla scuola Centrale si unì al fratello nella gestione dell'azienda riservandosi il controllo della produzione mentre il fratello curava la parte commerciale e amministrativa.
La ditta disponeva di due forni e impiegava 300 operai e nel 1894 la Daum era l'unica vetreria in Nancy.
Il successo che riscossero i vetri francesi all' Esposizione del 1889, portò i Daum ad indirizzarsi verso la produzione artistica.
Nel 1891 aprirono un atelier per la decorazione che occupava 50 persone. I primi pezzi artistici furono dei porta bouquet e porta violette in vetro trasparente decorati con pittura d'oro. Non avevano ancora padronanza nel decorare il vetro dentro la massa e applicavano sulla superficie trasparente delle piccole bande di vetro in colori contrastanti.Nel 1893 iniziarono ad incidere con la ruota iris, cardi e viole su vetro monocromatico e i fiori erano delineati da un sottile filo dorato. Venne poi la volta della decorazione a smalto e con questo cominciarono a prendere luce le libellule e le farfalle decorate sui loro vasi.I progressi furono rapidi e iniziarono ad utilizzare la tecnica dell'incisione con l'acido di cui Daum farà un largo uso. Praticamente non esiste un pezzo di Daum che non abbia subito la morsura dell'acido, associata o meno ad altre tecniche di decorazione come la ripresa alla ruota.
Contenitori con inserti in argento Daum 1890-1900

I motivi delle decorazioni si limitavano a meno di una dozzina di fiori ma a partire dall'anno successivo si moltiplicarono con disegni sempre più accurati e una tavolozza di una ventina di colori fatti con ossidi e sali minerali che ampliarono la gamma delle colorazioni.
Le opaline assunsero tinte rosate,nere e azzurrognole e i primi vetri martellati creati nel 1893 ebbero successo solo dopo 5 anni. Le esposizioni universali di Parigi nel 1867 e di Vienna nel 1873 aprirono le porte all'arte Giapponese che presentava incisioni su legno molto decorative e le stampe di Hokusai e Hiroshige che erano l'attrazione di questo fine secolo.
Nell'Esposizione di Chicago del 1893, Daum diede sfogo alla sua ispirazione giapponese creando lavori in cui il disegno e la decorazione erano delicati come stampe e rappresentavano paesaggi satinati di argento e madreperla. Nelle decorazioni apparivano rondini, qualche cigno, il sole, le albe, la pioggia e universi acquatici stilizzati, il tutto in atmosfere sfumate.
All'inizio del 900 l'eco dell'Art Noveau era internazionale. Daum, Majorelle, Gallè alla scuola di Nancy, Horta e Van der Velde in Belgio, Gaudì in Spagna, Klimt e Hoffman in Austria, Morris in Inghilterra e Mackintosh in Scozia erano i rappresentanti di questo stile fatto di fluidità.
Gallè aveva aperto la strada e nobilitato il vetro, Daum la percorse con l'impulso decisivo dato alla ricerca da Antonin Daum. Dal 1900 le nuove tecniche di colorazione del vetro nella massa generarono infinite variazioni di colore. Sopratutto la pasta di vetro divenne per Daum la materia ideale per l'Art Noveau con la sua plastica scultorea e traslucida rendeva bene i modelli e offriva la possibilità di avere molte tonalità.

caraffe e bicchieri Daum fine 19mo sec.

Dal piccolo erbario della natura dei primi anni si passò ad una serra immensa dalle varietà rare e squisite dipinte all'acquarello dal botanico Henri Bergè. I fiori erano dipinti realisticamente con le sfumature esatte e così pure erano rappresentati nei minimi dettagli i piccoli animali che comparivano sulle composizioni.
Verso il 1900 Daum inventò i fiori corolla: puri oggetti decorativi che sbocciavano da gambi di vetro stirati a caldo o di ferro forgiato, scolpiti da Louis Majorelle.
Si trovava in questi fiori la sintesi di tutte le tecniche allora conosciute: cesellatura alla ruota dei gambi e dei petali,incisione con acido dei piedi dei vasi, delicatezza delle applicazioni a caldo, strati multicolori del vetro e prime nuvole di polveri colorate. Associato alla corrosione dell'acido degli strati di polvere , questo processo rivelava magiche policromie.
I riflessi delle polveri dorate, le scintille dei metalli inclusi, l'irradiamento irreale delle materie e i colori portavano ad associare ai vetri di Daum, la pittura di Klimt : stesse superfici cangianti di foglie d'oro e d'argento che diventavano motivi d'influenza bizantina in un mosaico raffinato.
Sin dal 1899 la messa a punto del procedimento delle decorazioni intercalate, consentì di introdurre nella decorazione del vetro, atmosfere, profondità di piani e prospettive. I paesaggi autunnali erano composti con associazioni di ruggine e fulvo mentre l'inverno era rappresentato da foreste innevate racchiuse in atmosfere ovattate. I meli in fiore, i frutteti e i campi sotto pioggie di petali bianchi giocavano con macchie di colore in cui l'occhio reinventava un'immagine.

lampada Daum decorata con betulle.1903
Nel 1910 Daum iniziò a produrre tavole murali, schermi e vetrate che erano delle sorprendenti sintesi dell'estetica. Questi grandi lavori erano sviluppati insieme a Walter e Gruber e consentivano grandi decorazioni d'interni conservando la trasparenza delle vetrate. In quese opere Daum rappresentava paesaggi, laghi e fiumi imitando le decorazioni di stile Giapponese ma non solo, anche i colori degli impressionisti francesi come Gauguin e dei Nabis trovavano spazio nelle composizioni che Daum realizzava su formati simili a grandi tele.
La padronanza delle tecniche portò all'apice le tendenze dell'Art Noveau. Tra il 1910 e il 1920 le tecniche di applicazione a caldo e di colorazione della pasta vitrea trasformarono le superfici di coppe e vasi in frutti e fiori, sontuose cornucopie guarnite da grappoli dorati intrecciati con viticci e foglie. Gli acini traslucidi erano realizzati con gocce di vetro rosa con pagliuzze dorate oppure in color granata, porpora e giallo luminoso.
Il declino dell'Art Noveau era comunque irreversibile e Daum dovette adeguarsi cambiando direzione artistica.
Paul Daum arrivò nel 1911 a fianco di Antonin e introdusse un nuovo stile, egli preparò il passaggio graduale dal figurativo all'astratto e dalle paste opache alla trasparenza.
Ormai i rami e le foglie erano realizzati con cordoni e fili stilizzati e i cabochon di vetro diventavano sempre più rari.I disegni diventarono verticali e austeri e le forme dei vasi si affusolavano e si allungavano.
I fregi decorativi preannunciavano la moda degli anni '30 e la geometria e la trasparenza si univano a luci d'oro mentre si sovrapponevano reti e maglie ottenendo insolite profondità.




vaso multistrato Daum 1905

L'unione di vetro e ferro tramite intelaiature disegnava lobi geometrici e cesellava la fluidità cristallina.
Paul Daum inaugurò il nuovo secolo con Emile Wirtz un nuovo mastro decoratore, un tipo audace e in totale rottura con l'arte del 1900.Avanzava lo stile Art Decò.
Nel 1925 la nuova estetica era portata verso l'astrazione e il rigore e dopo gli anni della Bella Epoque col loro miscuglio di generi era arrivato il momento del ritorno all'ordine e alla creazione di uno stile internazionale.
L'esposizione Universale delle Arti decorative del 1925 è stato la consacrazione del nuovo stile di Daum.
Il taglio alla ruota e le tecniche di incisione sempre più perfezionate sottolineavano i rilievi ed erano ideali per l'estetica dei volumi scolpiti.
Geometrie sobrie erano create con l'uso del cesello e della morsura all'acido e, con spigoli, angoli vivi e nervature ritornava l'uso della linea retta creando opere astratte geometriche.
La materia ritornava incolore e la tavolozza si riduceva in tinte ambrate, azzurrognole e fumè seguendo le armonie cubiste.
Si riscoprivano le forme di figure perfette : cubi, sfere, cilindri.
Daum prese spunto anche dall'arte africana e sui suoi vasi spuntavano cervi, babbuini e animali della savana trasformati in motivi decorativi stilizzati e dinamici. Anche il cubismo con i suoi colori influenzava le opere dei Daum.
Nell'arco di due generazioni Antonin e Paul Daum fecero della vetreria di Nancy un laboratorio degli sconvolgimenti tecnici e scientifici della loro epoca.
Andare avanti e rimettersi sempre in discussione era il loro modo di essere e, attenti alle correnti del loro tempo, essi aprivano la strada della sintesi tra le arti maggiori e minori.
oggetti in vetro multistrato multicolore Daum 1910

La riscoperta della forma segnò gli anni 50 del XX secolo e dopo le linee rette si riscoprirono le curve morbide.
Daum era a suo agio con questo ritorno della forma libera che interpretava captando i gusti dell'epoca ed usando una materia che per lui non aveva più segreti.
Con Michel Daum si iniziò nel 1934 la messa apunto della fabbricazione del cristallo e nel 1951 aprì l'era del cristallo all'Esposizione Internazionale dell'Arte del vetro la Pavillon de Marsan.
Lo stile rinnovato e la perfezione erano assicurati dalla limpidezza del materiale e dai volumi lavorati solamente a caldo.
Nel suo laboratorio stirava i volumi sfidando le leggi della gravità e le forme si ritrovavano in figure astratte e fluide, fiamme, piramidi, coppe aeree presentate come masse limpide, delle vere colate di luce che venivano create da quest'"acqua" di cristallo simile al diamante.
Delle volte il cristallo veniva prodotto in turchese e verde acqua. Un passo avanti nella maison Daum fu nel 1968 quando Jacques Daum aprì le porte del suo atelier agli artisti contemporanei internazionali. Accogliendo scultori figurativi o astratti egli fece fare un nuovo passo alle tecniche e la pasta di vetro trovò la sua pienezza espressiva. Gli artisti stessi erano stimolati dalla plasticità del nuovo materiale che sotto le loro mani si trasformava in opere d'arte.
Le opere venivano numerate e diffuse in piccole quantità e i confini tra arti maggiori e minori venivano definitivamente aboliti.Tra le rivelazioni vi erano i monocromi di Dalì (un Pegase blue d'azur), l'uccello bianco di neve di Lalanne e i visi affascinanti di Adzac.

vaso scultura Daum La rose -esemplare unico-1909

Nel 1976 Pierre De Cherisey proseguì la vocazione di Daum con lo stesso spirito innovativo dei suoi predecessori.
Egli combinava la pasta di vetro e il cristallo, l'opacità e la limpidezza e affinando gi effetti sulla superficie e la materia, dava modo ai nuovi artisti di esprimersi.
Negli anni 1980-1990 si ebbe un mosaico di tendenze che mescolava le materie, gli stili r le tecniche.I confini tra arte e design si fondono, gli artisti reinventano oggetti e i designer diventano creatori. Rinasce la vena barocca e nel 1986 Daum reinventa una serie nature rivistata.Vegetali, fiori vivi, corolle avviluppanti costituiscono degli universi in miniatura coloratissimi che invadono candelieri, coppe e i piedi dei bicchieri dove sono appoggiate lucertole, rane e lumache.
I colori sono delicati lavanda, malva, tiglio e paglia e hanno sfumature che addolciscono le tonalità.
In quest'epoca di creazioni meticce, la natura torna con forza e la tradizione floreale della scuola di Nancy viene riproposta con una nuova pianta: il cactus. Questo emblema del deserto diventa una poesia nelle creazioni di Hilton McConnico che ne fa un piccolo universo irreale di cristallo e pasta di vetro. I cactus fioriscono sui tappi delle caraffe, crescono sui piedi dei bicchieri, diventano i grandi spazi del Nevada su coppe fragili.
Dai ferri scolpiti di Majorelle alle volute di vetro e metallo di Dubreuil è passato quasi un secolo.
Tra i miti degli anni 80-90 Philippe Starck con i suoi universi popolati di scenografie in scala ridotta, Tanguy e i suoi paesaggi enigmatici. Da quest'avventura di più di un secolo di creazioni, lo spirito Daum si è librato nella metamorfosi incessante degli stili, delle tecniche e dei talenti.
Nei periodi tempestosi della guerra e delle crisi del mondo, tre generazioni hanno sottoposto l'arte e la scienza del vetro all'immaginario del tempo e all'attenzione delle tendenze del futuro. Hanno esplorato la pittura attraverso l'alchimia dei colori, quelli della scultura con la plasticità della pasta di vetro, quelli della luce con la purezza del cristallo.
Hanno dato carta bianca agli artisti del loro tempo per portare il rinnovamento del loro talento. Hanno contribuito a levigare l'emozione, il piacere di fronte a questi oggetti di luce e di carezze, queste creazioni poetiche, insolite, misteriose che trovano spunto dal libro inesauribile della natura.
Oggi l'arte del fuoco di Daum si prepara a sedurre il Ventunesimo secolo con lo stesso spirito di passione e di creazione.

Daum: bicchieri e bottiglie Cactus di Hilton McConnico- 1987 vaso in cristallo Daum 1951



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