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Verso il 1820 in Inghilterra iniziò una moda di regalare per il nuovo anno un libricino contenente consigli, poesie, racconti: il Keepsake. Una specie di almanacco o taccuino tascabile ma a differenza di questi, che erano prodotti senza nessuna pretesa artistica ed avevano un costo irrisorio, le strenne erano dei veri libretti molto eleganti, decorati con illustrazioni, le copertine avevano stampe in oro con legature di pregio e presentavano incisioni squisite.
Il formato era la loro caratteristica perchè erano più grandi di un almanacco ma più piccoli di un normale libro.
Anche gli scritti erano, negli esemplari più pregiati, opera di scrittori alla moda e avevano anche un certo valore letterario.
Le prime strenne apparse sui mercati avevano titoli estrosamente galanti : " Forget me not" "Friendship's offering" o "Literary souvenir" a cui seguiranno i vari " Bijou", " Amulet", "Book of Beauty".
La moda un decennio più tardi già accenna a declinare anche per lo scarso profitto commerciale dovuto al costo delle materie e delle lavorazioni per preparare questi gioiellini.
In Italia, ma più precisamente a Milano, la moda Inglese del Keepsake arrivò 5 anni dopo l'uscita della prima strenna, attraverso la Francia.
Lo stesso nome "Strenna" deriva da un'usanza dell'antica Roma, già dalla prima fondazione della città, quando ci si scambiavano doni augurali durante le Saturnalia ( festività in onore del Dio saturno che si svolgevano dal 17 al 23 dicembre) ed era considerato di buon augurio per il nuovo anno scambiarsi un ramoscello di una pianta situata in un bosco sacro alla Dea Strenia ( da qui deriva il termine Strenna per i doni da scambiarsi durante queste festività).
La prima Strenna milanese porta la data del 1831, ed è opera di Pietro e Giuseppe Vallardi, il titolo "Non ti scordar di me" non aveva nulla di originale e neppure le tavole decorate presenti nelle pagine.
Ma era solo l'inizio, perchè questo genere era destinato ad avere grande fortuna da noi per tutto il secolo.
Dai primi libretti romantici ( "Dismenteghet minga de mi" "Ne m'oubliez pas" "Ricordi d'Amicizia") si passava a strenne con contenuti di cultura impegnata.
Il dono da offrire, come augurio per il nuovo anno, era molto prestigioso sia per la veste fastosa, le sete e le dorature e per il caro prezzo ( più del doppio di un buon libro comune: 12 lire per le copie più comuni e oltre 50 lire per quelle più preziose).
Di fronte a questa nuova moda gli intellettuali milanesi assunsero all'inizio delle posizioni diverse:
c'era chi prendeva le distanze perchè ravvedeva il solo intento di trarre profitto economico da questa novità e chi invece cercava di darle anche un contenuto di pensiero.
Alla prima strenna di Vallardi
contribuirono le penne dei nomi migliori della cultura lombarda e veneta: Cesare Cantù, Gianbattista Bazzoni, Francesco Cusani, vi pubblicarono racconti storici; Luigi Carrer, Andrea Maffei, Cesare Arici compaiono con poesie originali o tradotte dal francese o dal tedesco.
Anche Nicolò Tommaseo, Achille Mauri, Giacinto Battaglia e Michele Sartorio sono presenti già dalle prime annate. Si ritroveranno anche le idee politiche di alcuni tra gli uomini che guidarono le 5 giornate di Milano ma in generale gli editori preferiscono puntare il loro denaro sull'aspetto fisico del libro ( legatura, carta, stampa) valendosi per la stesura dei testi di collaborazioni a poco prezzo, riciclando cose già edite o ricorrendo a traduzioni malpagate e accettando scritti di dilettanti.
Anche per l'aspetto illustrativo non tengono un comportamento diverso, passati i primi tempi dove si avvalsero della collaborazione di artisti
validi.
Del resto sono note le difficoltà del Manzoni nel realizzare l'edizione illustrata dei "Promessi Sposi" e come proprio questa impresa onerosa, non solo in termini di denaro ma anche per riuscire a mettere insieme un'equipe di illustratori, incisori e stampatori, fosse servita a porre le basi di un'editoria in quegli anni del tutto inesistente.
Dopo il 1840 si ritrova in queste strenne, il nome di Luigi Sacchi che introduce, al posto dell'incisione in acciaio, la linotipia.
L'atteggiamento di severo distacco di altri intellettuali dalle strenne si può facilmente evincere dai versi in milanese del 1853, del Raiberti che qui sotto riporto tradotti.
Feste di Natale A poco a poco Milano |
Quanta gente che getta 20 franchi |
Nonostante questo non si può negare che le strenne, a differenza dei loro parenti poveri: almanacchi e taccuini,ottennero un'attenzione che da sola è indizio del costume letterario dell'epoca.
Anche se in misura minore che in Inghilterra, hanno avuto il merito di aver contribuito a migliorare la qualità del libro ottocentesco, sia nel suo aspetto tipografico che in quello illustrativo.
Lo studio delle strenne uscite a Milano nell'Ottocento costituisce un'utile strumento per lo storico della letteratura e per lo studioso dell'illustrazione, del libro e del costume.
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